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Introduzione: lavorare sul bagnato

Una delle caratteristiche distintive dell’acquerello e delle tecniche ad acqua in generale è la possibilità di lavorare sul foglio bagnato, creando effetti di diffusione del colore. 

Questo metodo, noto principalmente come “bagnato su bagnato”, è molto utile ad esempio per dipingere sfondi, stendere i primi strati di un soggetto o raffigurare elementi non predominanti, in quanto le sagome dipinte con questa tecnica hanno contorni sfocati che tendono a farle “andare indietro” nella percezione di chi guarda. Inoltre, le forme che si ottengono non sono sempre perfettamente prevedibili, rendendo il metodo di lavoro su foglio bagnato interessante anche per schizzi e forme astratte.

Gli esempi che vedremo in questo post partono dal foglio bianco e quindi sono tutti dei “primi strati”, ma le tecniche sul bagnato possono essere usate anche per degli strati successivi, a patto che i sottostanti siano perfettamente asciutti.

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In questo esempio, le macche di colore presenti sulle due foglie sono state ottenute lavorando sul bagnato.

Quando si lavora sul foglio bagnato, ci sono delle regole e dei princìpi che ci possono aiutare a capire cosa succederà sul foglio quando andremo a mettere del colore su una superficie bagnata. Capire quali sono i fattori che influiscono sul risultato è importante e te lo spiegherò in questo articolo. In particolare, parleremo di tre tipologie diverse di fattori:

  1. Il tipo di carta
  2. Il grado di bagnatura della carta
  3. Il tipo di strumento/colore utilizzato

Concluderemo parlando di come risolvere alcuni problemi e “incidenti di percorso” comuni.

1. Diffusione e varie tipologie di carta

Partiamo dalle basi. La prima cosa che influisce sul risultato finale è il tipo di carta che si utilizza. Oltre al fatto che ti consiglio di fissare il foglio con il nastro di carta e scegliere fogli con grammatura pari o superiore a 300gr/m2 (lavoreremo sul bagnato, quindi una grammatura inferiore farebbe “imbarcare” la carta), ti consiglio di privilegiare carte con almeno il 50% di cotone (meglio se 100%). La cellulosa infatti non permette di avere diffusioni omogenee a causa della diversa struttura delle fibre che compongono il foglio. Inoltre, tende a creare macchie e irregolarità, in quanto asciuga più rapidamente: ti potresti trovare insomma con il foglio già asciutto mentre stai ancora stendendo il colore.

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Una carta 100% cotone permette di ottenere diffusioni più morbide e omogenee del colore rispetto alla cellulosa

Anche la grana del foglio ha un impatto sul risultato finale.

La carta satinata (hot pressed) è, fra tutte, quella che tende ad accelerare i tempi di asciugatura. Ottenere effetti di diffusione morbidi e omogenei con questa carta richiede di solito maggiore rapidità.

La carta a grana fine (cold pressed) e quella a grana ruvida tendono invece ad asciugare più lentamente e, di conseguenza, a creare effetti di diffusione più ampi e morbidi.

Ti segnalo inoltre che ci possono essere altri fattori che determinano il risultato finale, legati al modo in cui la specifica carta che utilizzi è stata prodotta. Ad esempio, il modo in cui viene fatta la collatura (l’applicazione di uno strato di colla fra gli strati di carta o in superficie) ha impatto sul grado di assorbenza della carta. Mi è capitato in passato di usare fogli con una collatura molto forte, che, anche quando il foglio era bagnato, facevano diffondere molto poco il colore sulla superficie, come se ci fosse qualcosa che frenava il movimento!

Fai sempre delle prove su un campione della carta che hai scelto per imparare a conoscerla.

2. Quanto bagnare la carta?

Il caso tipico: foglio bagnato

In generale, un buon effetto di diffusione si ottiene quando la carta è stata bagnata in modo omogeneo, ricoperta da un velo d’acqua, tipicamente aiutandosi con un pennello a punta piatta. Come si fa a capire di non avere commesso errori? Semplice, puoi guardare il foglio in controluce, inclinando la testa in modo che sia parallela ad esso, per assicurarti sia che non ci siano parti scoperte sia che non si siano creati accumuli sulla superficie. A questo punto, puoi applicare il colore. In base al tipo di carta, avrai più o meno tempo a disposizione prima che inizi ad asciugare.

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A sinistra, il colore è stato applicato dopo che il foglio era stato abbondantemente bagnato. Gli effetti di diffusione sono più ampi e dinamici. A destra, il foglio è stato bagnato uniformemente ma con meno acqua e ho aspettato che iniziasse ad asciugare prima di lasciar cadere delle gocce di colore. Le diffusioni sono più controllate e le macchie restano più separate.

Foglio molto bagnato, foglio umido

È anche possibile lavorare in situazioni di bagnatura differenti.

Foglio molto bagnato: sarà sufficiente abbondare un po’ di più con l’acqua (è bene fare comunque attenzione a non esagerare!): questa base ti consentirà di ottenere grandi diffusioni ed effetti molto imprevedibili (vedrai che il colore tenderà a viaggiare lontano e a fondersi molto), quindi ti consiglio di utilizzarla solo se il posizionamento delle macchie di colore non ha grandissima importanza (es. in uno sfondo astratto o che deve solo dare l’idea di alcune forme e di un’atmosfera). 

Foglio umido: ti consiglio in questo caso di partire dal foglio bagnato e lasciarlo asciugare un pochino, giusto il tempo che in controluce appaia un pochino meno lucido. Applicando il colore a questo punto, otterrai delle diffusioni più controllate, spesso con un contorno leggermente frastagliato, quindi meno “morbide” di quelle ottenute su un foglio bagnato. 

3. Creare effetti di diffusione: strumenti

Entriamo dunque nel vivo del tema di questo post e vediamo come creare effetti di diffusione utilizzando quattro tipologie di strumenti diversi.

Acquerelli

Partiamo con i classici acquerelli, in pastiglie (godet) o tubetti. Per ottenere un effetto di diffusione con l’acquerello, occorre lasciar cadere una o più gocce di colore su una superficie già bagnata o inumidita.

L’ampiezza della diffusione dipende dalla quantità di colore applicato e quindi anche dal pennello che si utilizza, un aspetto che varrà anche per le tinture, di cui parleremo fra poco.

L’intensità delle macchie dipende invece dal grado di densità del colore, ovvero da quanto è stato diluito. In fase di diluzione, bisogna infatti tenere conto che il foglio è già bagnato e quindi tenderà a “slavare” il colore: meglio insomma tenerlo un pochino più denso se si vuole un effetto visibile. Inoltre, un colore troppo acquoso tende a creare macchie perché genera un eccesso d’acqua sul foglio, rendendo la situazione difficile da governare..

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Diffusioni ottenute con gocce di colore ad acquerello più o meno diluito.
Quando il colore è più diluito, si tende a diffondere di più e più velocemente.

Sia nel caso degli acquerelli in godet che in tubetto, i colori sono derivati da pigmenti, cioè particelle solide finemente macinate, che vengono disperse in un legante (come la gomma arabica). Quando il foglio si asciuga sono i pigmenti a rimanere sulla carta in maniera permanente. Sembra un’informazione superflua, un po’ da manuale di chimica, ma serve per spiegare perché gli acquerelli si diffondono sulla carta più lentamente delle tinture: è infatti proprio la loro composizione a renderli leggermente più “pesanti” e lenti a diffondersi.

Tinture

Una tintura è uno strumento ottenuto da un colorante e non da un pigmento. Le tinture, fra cui troviamo appunto le Ecoline ma anche gli inchiostri, si presentano in forma liquida. Grazie alla loro composizione, sono fatte di particelle più piccole e leggere, che quindi si muovono più rapidamente sul velo d’acqua del foglio bagnato. È questa la ragione all’origine della loro maggiore capacità di diffusione e dei bellissimi effetti ramificati che tendono a creare sulla superficie della carta.

Come per gli acquerelli, troppa diluizione rischia di slavare il colore o creare macchie. Essendo un composto già liquido, puoi provare ad applicarlo anche senza diluizione per ottenere delle diffusioni particolarmente intense.

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Diffusioni ottenute con ecoline e inchiosto da scrittura non diluiti.
Soprattutto quest’ultimo tende a diffondersi molto e molto velocemente.

Pastelli e matite acquerellabili

Quando pensiamo agli effetti di diffusione, pensiamo a un qualcosa che si ottiene soprattutto rilasciando colore con il pennello. Ma non è l’unico metodo: puoi utilizzare anche tutto ciò che è acquerellabile, come pastelli e matite progettati ad hoc. 

In questo caso, non sto ovviamente prendendo in considerazione il caso in cui si realizzi prima un disegno con la matita o il pastello per poi acquerellarlo, che non ha nulla a che vedere con il lavorare sul bagnato. Quello a cui mi riferisco è proprio bagnare o inumidire il foglio per poi tracciare dei segni con il pastello e la matita, che risulteranno dunque sfocati e tenderanno a diffondersi.

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Diffusioni ottenute tamponando la punta di questo pastello acquerellabile sulla superficie bagnata, come a disegnare tanti puntini.

La differenza principale consiste nel tipo di effetto che puoi creare con questo metodo, che tende a essere poco indicato per coprire superfici ampie, ma può essere invece molto interessante per linee e pattern.

Micro diffusioni

Pastelli e matite acquerellabili ti permettono anche di ottenere delle micro diffusioni, che puoi creare semplicemente raccogliendo della “polverina” di matita o pastello (proprio come quella che magari utilizzavi alle elementari per fare gli sfondi sul quaderno!) e lasciarla cadere sul foglio bagnato. Alla fine avrai un pattern molto interessante. In questo esempio ho utilizzato una matita Carand’Ache Museum che non è solo una matita acquerellabile ma un vero e proprio acquerello solido in forma di matita colorata, quindi totalmente solubile. Alla fine ho rimosso con un raschietto le briciole rimaste in forma solida per far emergere maggiormente il colore.

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Diffusione ottenuta lasciando cadere sul foglio bagnato della “polverina” ricavata dalla mina delle matite

Problemi comuni e come gestirli

Ho bagnato troppo il foglio: e ora che faccio?

Niente panico! Asciuga il pennello con cui hai steso l’acqua in uno straccio e poi ripassalo sul foglio per rimuovere un po’ dell’acqua in eccesso. Ripeti l’operazione finché necessario.

Il foglio si asciuga mentre lavoro: come lo evito?

Le cause di questo intoppo possono essere diverse: può essere che il foglio non fosse bagnato a sufficienza, che tu stia usando una carta che asciuga molto velocemente, che il tuo movimento non sia stato abbastanza rapido (a questo si può rimediare con un po’ di pratica e studiando prima con attenzione dove dovrà andare il colore), oppure che tu stia utilizzando un pennello troppo piccolo per la superficie da coprire, cosa che nuovamente rende il processo più lento. 

Vorrei creare delle macchie di colore ben distanziate, evitando che si uniscano tutte in una grande macchia. Come faccio?

In questo caso, ti consiglio di fare attenzione alla misura del pennello che scegli e a quanto colore applichi, oltre che come abbiamo visto in questo post al tipo di carta e di bagnatura. Fai una prova su un pezzetto di carta per testare il grado di diffusione e poi regolati di conseguenza per scegliere il pennello e valutare la distanza fra le macchie in base alla quantità di colore applicato. Inoltre, lascia passare qualche secondo fra una macchia e l’altra perché di solito la diffusione del colore continua lentamente finché il foglio è bagnato.

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