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Lasciarsi sorprendere

Quando disegno o dipingo un’illustrazione, mi piace fare in modo che almeno una parte di quello che imprimo sul foglio arrivi un po’ a sorpresa, in modo quasi casuale. A volte si tratta di creare degli sfondi sfumati con l’acquerello e interpretare solo successivamente le macchie di colore. In altri casi, può capitare che uno scarabocchio fatto tanto tempo prima mi faccia venire una nuova idea per analogia, motivo per cui mi capita spesso di sfogliare vecchi sketchbook a caccia di ispirazioni. Altre volte ancora tutto il disegno nasce da un processo giocoso, in cui mi diverto a provare tante combinazioni di forme e segni e lavorare senza un’idea troppo precisa di quello che otterrò.

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In questa illustrazione, di cui vedi qui una parte, alcune parti erano ricoperte di vegetazione. Ho lasciato che l’acquerello si diffondesse liberamente in quelle zone, creando macchie e forme astratte e solo in un secondo momento ho interpretato le forme presenti sulla carta per definire foglie e fronde con la matita.

Ricercare questi spazi di “magia” per me è importante, sia perché rende il tutto più piacevole, sia perché permette di arrivare più facilmente a risultati non stereotipati, a giocare con le idee e le forme e tracciare nuove strade non ancora esplorate.

In questo post vedremo un procedimento per creare un’illustrazione a partire da un gioco di libere associazioni, applicando questo esercizio ad un tema un po’ particolare: le verdure.

Disegnare per libere associazioni

Cosa si intende per “libere associazioni”?

L’origine di questa tecnica non si trova in ambito creativo, bensì nasce da Sigmund Freud, il quale scoprì che suggerire ai propri pazienti di esprimere liberamente tutte le idee, le immagini ed i pensieri che venivano loro in mente in relazione ad un certo tema era un modo efficace per far emergere dall’inconscio delle cose che altrimenti sarebbero rimaste nascoste.


Una “libera associazione” di idee si verifica insomma quando una cosa (uno stimolo, magari in forma di parola o di domanda, ma anche potenzialmente suono o sensazione o altro ancora) mi fa pensare ad un’altra, e poi a un’altra ancora, e ancora… 


Si può procedere all’infinito con questo gioco, sia tornando sempre al punto di partenza (lo stimolo iniziale), sia lasciando che un’idea ne generi un’altra, come una catena che non si ferma mai.

Anche se questo metodo è nato in un ambito molto lontano da quello di cui trattiamo qui, ascoltando questa definizione possiamo trovare tanti punti di contatto interessanti con il mondo artistico o della creatività. 

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Questi sketch nascono da un gioco di libere associazioni: alcuni pezzi di carta velina strappata, mi sembravano dei cappelli e così li ho incollati su un quaderno e ci ho disegnato sotto delle facce.

Per esempio, il fatto di far venire a galla dei pensieri e delle idee che altrimenti non avremmo mai incontrato, grazie ad un metodo che ci va scavalcare i pensieri più ovvi e razionali o persino ragionevoli. Ma anche l’idea che, senza la pretesa di avere uno scopo terapeutico, disegnare è un modo per conoscersi e conoscere il proprio immaginario visivo o scoprire con quali soggetti ci sentiamo più a nostro agio.

Passando dalla teoria alla pratica, per applicare questo metodo alla creazione di un’illustrazione, possiamo produrre libere associazioni in due modi:

Parole e immagini sono due strumenti complementari e ora vedremo come utilizzarli entrambi all’interno di un processo creativo divergente.

Creare un micromondo di verdure

Come detto in precedenza, in questo esercizio creativo, realizzeremo una piccola illustrazione attraverso un gioco di libere associazioni.

Nello specifico, ti guiderò nella creazione di un micromondo di verdure. Un micromondo può essere tante cose diverse: le uniche cose che sappiamo sono che è piccolo (perlomeno rispetto a noi esseri umani), che è fatto di verdure e che, in quanto “mondo”, è probabilmente abitato o comunque è in qualche modo ricco di vita.

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Un micromondo a forma di broccolo

Cosa ti occorre per realizzarlo?

1. La prima cosa da procurarsi sono alcuni ortaggi. Sì, hai letto bene: apri il frigo e vedi cosa hai a disposizione e cosa ti ispira di più. Sono sufficienti 2 ortaggi diversi. E non preoccuparti: nulla andrà sprecato: nella peggiore delle ipotesi avrai delle verdure già tagliate pronte per andare in forno per cena. Basa la tua scelta soltanto sull’istinto: non pensare troppo e non fare scelte razionali (del tipo: questa verdura è più facile da disegnare, questa mi piace/non mi piace, …). Fidati dei tuoi occhi e di ciò che cattura la loro attenzione.

2. L’esercizio partirà da un’attività di osservazione. Per vedere più in dettaglio i tuoi soggetti, puoi munirti anche di una lente di ingrandimento. Se hai a disposizione strumenti come una fotocamera per macro o un microscopio, ti potrai sbizzarrire ancora di più nell’osservazione.

3. Tieni a portata un pelapatate, un coltello e un tagliere.

4. Naturalmente quello che faremo non è un esercizio di cucina, quindi procurati anche dei fogli bianchi (vanno benissimo quelli per la stampante), una matita e una gomma.

Iniziamo.

Fase 1: allenare lo sguardo

Nella mia esperienza, le persone sono generalmente molto più abituate a creare libere associazioni con le parole che con le immagini, forse anche perché la nostra educazione tende a privilegiare il lavoro concettuale e a proporre la pratica artistica su un piano più tecnico oppure espressivo, che non di creatività consapevole o in un senso progettuale.

È un’esperienza che ha riguardato anche me in prima persona: imparare a “pensare con la matita” e lasciare che fosse il mio sguardo a guidarmi nelle scelte anziché la mia mente ha richiesto un lavoro lungo e un esercizio costante (e non è nemmeno quel tipo di lavoro che a un certo punto finisce :))

Ti propongo dunque di partire allenando lo sguardo a osservare il mondo.

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Le rondelle di cipolla mi fanno pensare ad un tunnel, un ponte o forse anche ad uno stranissimo arcobaleno.

Osserva la forma esterna delle verdure, guardando gli ortaggi da più punti di vista. Disegna ciò che vedi, senza soffermarti sui dettagli, ma solo catturando la forma in modo rapido. Non importa che sia precisa come un disegno botanico: disegna come sai, schematizzando e semplificando quanto e come vuoi.

Ora taglia le verdure e osserva l’interno, prova a pelare la buccia, a tagliarle in più modi, … Nuovamente, disegna ciò che vedi.

Non devi per forza sempre disegnare tutto né disegnare sempre qualcosa di tridimensionale. Puoi anche costruire un pattern grafico a partire, ad esempio, dalle forme della cipolla, oppure soffermarti su un solo dettaglio.

Procedi riempiendo almeno un foglio per ciascun ortaggio scelto (se l’esercizio ti sembra molto complesso, lavora con un solo ortaggio). 

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È sufficiente concentrarsi sugli elementi principali della forma, cercando di rappresentare quante più forme, pose e viste possibile.

Fase 2: cambiare prospettiva 

Guarda ciò che hai prodotto e inizia a pensare a cosa ti fa venire in mente.

La frase guida è “mi fa pensare a…” oppure “mi ricorda…”

Facciamo un esempio: la sezione interna del broccolo mi ricorda un albero. Oppure la cipolla fiorita (che magari mi ero dimenticata di avere in frigo e ha fatto crescere un bel gambo…) mi fa pensare ad un animale con dei tentacoli quando la guardo a testa in giù. O ancora un finocchio messo a testa in giù mi può sembrare un edificio con un porticato.

Scrivi sul foglio queste parole vicino agli elementi che hai disegnato.

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Fase 3: esplorare varie opzioni

Ora guarda tutti i tuoi sketch e scegli un punto di partenza, concentrandoti magari su quelle forme che ti hanno dato più spunti, cioè ti hanno fatto venire in mente più parole o semplicemente parole più interessanti per te.

Soffermati sulle parole che hai selezionato.

Quali altri concetti e idee ti fanno venire in mente?

In che modo puoi utilizzare quello che hai a disposizione per creare un micromondo?

A questo punto puoi davvero sbizzarrirti: fai un brainstorming di parole, dettagliando le caratteristiche del tuo piccolo universo vegetale. In parallelo, disegna nuovi elementi che siano ispirati a questa nuova serie di idee, sempre utilizzando le forme degli ortaggi.

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Una partecipante del laboratorio “Micromondi” (che si è svolto a Bergamo a Luglio 2025 durante Baleno Festival) sta esplorando varie possibilità a partire dal soggetto scelto in precedenza: la zucca. Le ha fatto venire in mente un nido, uno scivolo, una barca ed infine gli elementi orbitanti di un sistema solare immaginario. Si sta pian piano avviando verso una composizione convincente.

Ad esempio, a partire dal finocchio che ho precedentemente associato a un edificio con un porticato, mi potrebbe venire in mente di costruire una torre vegetale, una specie di grattacielo (scrivo “torre/grattacielo”). Potrei a questo punto immaginare altre forme, anche a partire da ortaggi differenti, per creare i piani superiori di questa torre.

Fase 4: studiare la composizione

Alla fine di questo processo, ti troverai con molti spunti e probabilmente un abbozzo di composizione. Se non hai ancora un’idea precisa, dai un’altra occhiata ai tuoi disegni, scegli da quale sketch partire, scegli un formato di foglio (quadrato, orizzontale o verticale) e disegna la tua composizione definitiva. 

Da qui in poi puoi procedere a finalizzare la tua illustrazione con la tecnica che preferisci. Ad esempio, quando ho proposto questa attività all’interno di un workshop, abbiamo utilizzato la monotipia ad olio, che consiste nel trasferimento di una traccia attraverso una matrice carica di pastello ad olio (funziona un po’ come la carta carbone). 

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Illustrazione realizzata da una giovanissima partecipante del laboratorio “Micromondi”

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